A.Einstein: L’ essere umano è una parte di quel tutto che chiamiamo “universo”, una parte limitata nel tempo e nello spazio. Fa esperienza di sé, dei propri pensieri e sentimenti come di qualcosa separata dal resto, una sorta di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è per noi una specie di prigione che ci limita entro i confini dei nostri desideri personali e delle poche persone che ci stanno vicine. Deve essere nostro compito fare di tutto per liberarci da questa prigione, ampliando il cerchio della nostra compassione fino ad abbracciare tutte le creature viventi e l’intera natura, nella sua bellezza.
Se riconosciamo che la prigione è vivere come esseri separati, come isole, e che la nostra libertà passa attraverso il sentirsi “universali”, abbiamo già fatto un passo verso questa libertà. Mi sono sempre chiesto “Come sarebbe vivere come essere universale?” “Cosa sarebbe e come si aprirebbe quel circolo chiuso della nostra personalità, in cui viviamo?”
E una delle risposte che trovo, sempre, è “aprirsi all’altro”. Ascoltando i sentimenti e le esperienze degli altri, riconoscendo la loro importanza, ascoltando il vento o il canto degli uccelli. Più ascoltando che parlando, quasi come vivere dicendo “Parla, ti ascolto”. L’atteggiamento ricettivo, che se fatto dal nostro Centro, ci apre alla ricchezza della vita.